Sonno squieto stanotte
non smorza la
testa,
ad ogni cane
che latra alla luna
rigiro cercando
pieghe nuove.
Sbianca le cose
la luce di fuori,
i grilli
segnano il tempo che passa,
il cristo di
legno mi fissa, da lì,
un geco immobile
aspetta.
Da basso la
pendola batte le ore.
Lenta respira
la notte; alito di
gelsomino
scosta un velo di tenda
che docile cede
a quel soffio
e s'allarga. Fa
uno scruscio di legno
il vecchio
comò.
Anche un gallo ora
canta alla luna,
anche lui senza
il senso del tempo.
Quanti figli
lontani in cerca di roba,
quanta forza mi
resta per questa mia terra,
quanto ancora
rimane.
Un branco si
sposta appresso al suo fiuto,
formicole
salgono in fila a parete,
nella stalla
qualcosa si muove
che già cangia un poco la
luce.
Mentre il gregge
dal fondo
s'avvia ai suoi passi, m'addormo.
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