Osservo estasiato il
bianco alchimista
che scruta la bocca del fuoco. Presto
dall'antro schiuso vedranno la luce
i fiori di macina al cuor di sambuco,
coltre di sesamo sulla crosta dorata.
Respira il pane. L'alito caldo diffonde.
E sa di cibo dei padri, bisogno unito
in preghiera alla salvezza dell'anima.
Memoria indistinta si sveglia, affiora
dal fondo del fondo dei giorni, e giù
nelle viscere, spalma materne carezze.
che scruta la bocca del fuoco. Presto
dall'antro schiuso vedranno la luce
i fiori di macina al cuor di sambuco,
coltre di sesamo sulla crosta dorata.
Respira il pane. L'alito caldo diffonde.
E sa di cibo dei padri, bisogno unito
in preghiera alla salvezza dell'anima.
Memoria indistinta si sveglia, affiora
dal fondo del fondo dei giorni, e giù
nelle viscere, spalma materne carezze.
Vigilia
Nell'incerta penombra del piccolo altare
capi devoti, velati di nero, fanno corona.
Vegliano un figlio crocifisso dall'uomo.
Ai piedi dell'ara pallidi steli fasciati di raso
formano un prato; vasi colmi e pani fioriscono,
preludio di festa per il ritorno di Adone.
Nelle navate il tempo è sospeso, in attesa.
Alla luce dei lumi, voci sommesse sfiorano l'aria.
Tutto è compiuto. Si torna ad essere soli.
Domani sarà nuova alba. E nuova vita.
Ma quel senso d'angoscia rimane, latente.
Nel guscio del tempio preghiamo, impauriti.
capi devoti, velati di nero, fanno corona.
Vegliano un figlio crocifisso dall'uomo.
Ai piedi dell'ara pallidi steli fasciati di raso
formano un prato; vasi colmi e pani fioriscono,
preludio di festa per il ritorno di Adone.
Nelle navate il tempo è sospeso, in attesa.
Alla luce dei lumi, voci sommesse sfiorano l'aria.
Tutto è compiuto. Si torna ad essere soli.
Domani sarà nuova alba. E nuova vita.
Ma quel senso d'angoscia rimane, latente.
Nel guscio del tempio preghiamo, impauriti.
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